Nei giorni scorsi ho scoperto la resilienza del Ginko. Da qualche mese ormai, ogni lunedì mattina nel mio gruppo Facebook Luisa’s Happiness Cafè propongo una riflessione come intenzione della settimana. Lunedì scorso, guardandomi in giro per scegliere da dove trarre ispirazione, la prima cosa che ha attirato la mia attenzione è stato il libro Linfa e Prana di due cari amici Deborah Pavanello (scrittrice, naturopata ed insegnante di yoga) e Alberto Marchesi (ingegnere e fotografo). Debora, è stata anche ospite del mio Happiness Café in primavera, trovi qui il video. Ho aperto un pagina a caso del libro ed ecco cosa c’era.
“Eternità – GINKO“
è un albero antico e resistente. […] Non stupisce quindi che fosse considerato un albero sacro, tanto da essere coltivato dai monaci taoisti per adornare il perimetro dei templi con le sue foglie verdi o dorate a seconda delle stagioni.
Avvolto da quest’aura di sacralità ed eternità, il ginko sembra non essere toccato dal divenire terrestre. Esso è una presenza vegetale potente, capace di sconfiggere il tempo, di prevenire e correggere i segni che questo lascia.
[…] Il ginko ha attraversato i secoli ed oggi è ancora qui, capace di resistere non solo al tempo, ma anche ai climi più rigidi, alle temperature che scendono di molto sotto lo zero, alla siccità e all’inquinamento […] una pianta che ha assistito alla comparsa di nuove specie viventi e alla scomparsa di altre, all’evoluzione dei regni e al rimodellamento dei territori […]”
(tratto da Linfa e Prana di Deborah Pavanello e Alberto Marchesi)
Questo messaggio per me personalmente è particolarmente potente. In un periodo quale quello attuale dove la nostra vita viene continuamente sconvolta da disposizioni governative che hanno un impatto importante sulla nostra vita familiare e sociale e sulla nostra possibilità di produrre reddito, ispirarmi a questo albero mi consente di cercare il mio centro e tenere dritta la barra, consapevole che questa fase comunque passerà, e dipende solo da me il modo in cui la attraverso.
Il Ginko ci mostra la resilienza
Oggi si fa un gran parlare di resilienza, che viene descritta come la capacità di piegarsi, senza rompersi, sotto pressione e nelle difficoltà, o come la capacità di perseverare e adattarsi di fronte alle sfide. Diverse ricerche dicono che la resilienza, come molte altre capacità, può essere appresa: un ingrediente chiave è l’ottimismo. Attenzione, non si parla di un ottimismo “irrealistico” o fine a sè stesso, nè di negare che qualcosa di brutto sia accaduto o possa accadere, ma di avere un atteggiamento positivo.
Tre modi per sviluppare ed allenare la nostra resilienza, ispirandoci al Ginko sono:
- Accetare la realtà: proviamo ad accettare che le cose stiano in un certo modo, ed a guardarle in modo oggettivo come sono nel presente, senza drammatizzarle, addolcirle, nè sperando che siano diverse. La realtà esterna è fuori dal nostro controllo, quindi quel che possiamo controllare è come scegliamo di guardarla e come scegliamo di agire (o non agire) rispetto ad essa.
- Essere positivi: la vita è una continua altalena di momenti belli e prove difficili. Quando ci capita di essere un momento non facile, dopo averlo guardato per quello che è, cerchiamo di trovare cosa può offrirci ed insegnarci, rendiamolo un nostro alleato e non un nostro nemico. E guardiamo se davvero non c’è assolutamente nulla che possiamo mettere sulla bilancia dalla parte positiva. Anche se piccolo, sarà comunque un punto di partenza.
- Cambiare modo di pensare al fallimento: gli errori sono una parte fondamentale della nostra vita, per cui vanno accolti come un passo di avvicinamento verso la nostra meta. Se parlassimo con i ricercatori scopriremo che tutte le scoperte scientifiche arrivano dopo un numero spropositato di tentativi sbagliati. GLi imprenditori ci racconteranno che il loro prodotto o servizio di maggior successo è arrivato dopo diversi fallimenti. La paura del fallimento puó bloccarci e impedirci di realizzare ció che desideriamo, quello che invece deve davvero spaventarci é non provarci nemmeno, questo é l´unico vero fallimento.
E se non ce la dovessimo fare? Capita, ed in alcuni casi, per quanto doloroso, è la cosa migliore che possa succederci, perchè ci permette di ricostruirci, di reinventarci.
Il Kintsugi: l’arte di riparare le ferite con l’oro
A me piace pensare alla resilienza più come alla capacità di renderci più aperti e disponibili a cogliere nuove opportunità. Capita di spezzarsi, e quando capita restare aperti e cogliere l’opportunità può far sì di che quella frattura possa essere usata come un punto di ingresso per qualcosa di nuovo. In quel caso, come ci insegna il Kintsugi – ripariamo le nostre ferite con l’oro e facciamone un punto di forza.
Quando una ciotola, una teiera o un vaso prezioso cadono frantumandosi in mille pezzi li buttiamo via con dispiacere, a volte anche con rabbia. Questa antica pratica giapponese fa l’esatto opposto: evidenzia le fratture, le impreziosisce e aggiunge valore all’oggetto rotto. La tecnica consiste nel riunirne i frammenti dandogli un aspetto nuovo attraverso le cicatrici impreziosite. Ogni pezzo riparato diviene unico e irripetibile, per via della casualità con cui la ceramica si frantuma e delle irregolari, ramificate decorazioni che si formano e che vengono esaltate dal metallo. La bellezza di questa arte sta nel sottolineare un momento cruciale nella vita di un oggetto, quello in cui cede e si spezza, ed evidenziare che non solo può mantenere la sua magnificenza, ma può acquistarne di nuova: l’istante in cui si rompe non è che una brevissima parentesi in un viaggio più lungo.
Personalmente, sto imparando a ornare le mie ferite con l’oro, a mostrarle invece che nasconderle, negandole anche a me stessa, perché mi ricordino e raccontino la strada che ho fatto sin qui, e mi diano ispirazione per raggiungere la prossima meta. In questo video ti racconto come ho scoperto in Kintsugi e come mi ha aiutato.
E tu come stai attraversando questo periodo?
“Non posso cambiare ciò che accade, posso cambiare come scelgo di agire” questo, insieme a “sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo” sono alcuni dei principi della mia vita, a cui faccio riferimento tutte le volte che posso. E come ci insegna la resilienza del Ginko, resistiamo alle intemperie con Presenza e con la forza dei nostri valori. Ognuno di noi sta sostenendo quello che è importante per sé in questo momento. Facciamolo insieme, con la volontà e con il cuore!
Io posso sostenerti offrendoti di sperimentare la mia modalità di coaching. Puoi prenotare una sessione gratuita in video chiamata qui. Ti aiuterò a connetterti con la tua forza interiore per portare un cambiamento concreto nella tua vita e chiuderai la sessione con nuove intuizioni. Puoi anche offrire questa opportunità a qualcuno che pensi ne abbia bisogno semplicemente segnalandogli questo articolo.
Allora vuoi imparare la resilienza del Ginko?