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E’ il primo giorno di scuola!

Sono nata nel 1970, ed ho fatto parte dell’ultima generazione di alunni che iniziavano la scuola ad ottobre. Nel 1976, anno in cui ho frequentato la 1. elementare, la prima campanella della scuola è squillata per l’ultima volta il Primo Ottobre. C’era una volta la scuola che cominciava lo stesso giorno per tutti, appunto il Primo Ottobre. Grembiulini blu per i maschi e bianchi per le femmine – anche se nella mia classe era blu per tutti – alle scuole elementari, con fiocchi enormi e coccarde per i capo classe, le cartelle con le fibbie, i quaderni con le copertine tutte uguali. Sono nelle foto di tutte le famiglie, con le cerimonie che solennemente davano il via all’anno scolastico.

Dall’anno successivo una legge stabilì che l’inizio delle lezioni veniva anticipato a settembre, con date flessibili a seconda delle regioni e dei singoli istituti. Quindi per quelli nati dopo il 1970, il mese di settembre ha sempre coinciso con l’ormai famoso e commerciale back to school.  Oggi i grembiuli stanno scomparendo, gli zaini e le cartelle portano le effigi del personaggio più in voga del momento e le foto di famiglia sono sostituite da quelle digitali che affollano i social network e le chat dei cellulari. Quest’anno poi, è stato un primo giorno di scuola diverso. Non si rientra dopo le vacanze, ma dopo sei lunghi mesi di scuole chiuse, di lezioni online, di genitori che si sono sostituiti agli insegnanti, di compagni lontani, di ricreazioni mancate, e la lista è ancora lunga.

Quello che non è cambiato del “primo giorno”, dall’inserimento alla scuola materna all’ultimo anno delle superiori, è l’emozione che c’è sempre per chi inizia e per chi lo accompagna. Anche nell’eccezionalità di questo settembre.

Settembre rappresenta in vero Capodanno?

E quella emozione è forse la prima cosa che torna alla mente quando si ripensa a quel giorno. Un’emozione legata ad un nuovo inizio ed alla voglia e al piacere di imparare qualcosa di nuovo e soprattutto di seminare il proprio futuro. Sarà per questo che da sempre il ritorno a scuola sancisce il vero inizio dell’anno, e anche nell’età adulta, questa percezione resta. Ricordo che, quando lavoravo in azienda, spesso mi riferivo al periodo pre-ferie come a “l’anno scorso”, e a dire la verità mi capita ancora di farlo. E la percezione è proprio quella di un prima (anno passato) e di un dopo (anno nuovo), molto più intensa di quello che mi accade a gennaio.

Settembre in tante culture è il vero Capodanno. Nel calendario Bizantino, in quello ebraico ed in quello egiziano ad esempio il principio del nuovo anno coincideva proprio con mese di settembre, che rappresentava un momento fecondo dove iniziare qualcosa di nuovo.

Iniziamo con il piede giusto: perchè non scegliere che impronta dare ai prossimi mesi?

E allora, visto che nella memoria colletiva questo periodo è legato ad un nuovo inizio, ad un cambiamento, perchè non scegliere che impronta vogliamo dare ai prossimi mesi? Perchè aspettare il primo di gennaio per fare qualcosa che probabilmente dimenticheremo entro la Befana? Quale intenzione desideriamo esprimere, perchè possa concretizzarsi e diventare parte della nostra vita? Quale cambiamento sentiamo sia arrivato il momento di fare? E se decidessimo di portare felicità nella nostra vita?

Allora prendiamo un appuntamento con noi, basta anche una mezz’oretta e dedichiamoci a fare un bilancio di ciò che desideriamo cambiare o di ciò che desideriamo iniziare. Scegliamo una, massimo due cose da realizzare, e definiamole in maniera il più possibile concreta, diamoci una scadenza – non troppo in là – e facciamo un piano fatto di piccoli passi, per realizzare ciò che abbiamo deciso.

Io periodicamente uso uno strumento molto semplice, ma decisamente efficace, che ho costruito ispirandomi ad altri simili già esistenti, si chiama la Ruota della Felicità, lo utilizzo per individuare quali squilibri sto vivendo e scegliere cosa migliorare o cambiare nella mia vita per essere più felice. Lo puoi scaricare da questa pagina gratuitamente, oppure puoi sceglierne altri. L’importante è avere il coraggio di guardarci per fare un check. Potremmo anche scoprire che va tutto bene così, che non c’è bisogno di altro. Il risultato sarà averne preso consapevolezza poterla e vivere appieno!

 

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