fbpx

Impegnata nella preparazione di una formazione che accompagnerà i partecipanti a guardare con occhi diversi il proprio contesto, a spingersi fuori dalla propria zona di confort e ad affrontare nuove sfide con ambizione, determinazione e capacità di adattamento, sono immersa in studi e ricerche. Due le letture che mi hanno particolarmente colpito: il post sulle bias di conferma, del sito dedicato alla “Settimana del Cervello” appena conclusa, e il libro “Percezioni – Come il cervello costruisce il mondo” di Beau Lotto. La Settimana del Cervello (Brain Awareness Week) ha lo scopo di diffondere, le nuove scoperte neuroscientifiche in modo semplice e accessibile. I bias di conferma sono definiti come “l’errore cognitivo che ci porta, quando acquisiamo nuove informazioni, ad attribuire maggiore credibilità a quelle che confermano la nostra ipotesi iniziale, facendoci ignorare o sminuire quelle che la contraddicono”. Il dottor Lotto, neuroscienziato dello University College di Londra dai metodi originali e protocolli sperimentali, dimostra con i suoi studi come l’ambiente, il contesto e le esperienze precedenti influenzano ciò che vediamo e percepiamo. Entrambe le letture portano a comprendere come il cervello non è mai un osservatore imparziale, ma filtra ciò che percepisce, e ce lo restituisce omologato a quanto già conosciamo. Questo accade a maggior ragione in presenza di argomenti, persone e situazioni che suscitano forti emozioni o che toccano le nostre credenze più radicate. Quello che viene considerato come lo strumento più perfetto, rischia di diventare il nostro limite più grande. Cosa fare allora? La scienza della percezione dimostra che abbiamo la possibilità di attribuire nuovi significati ad un’esperienza precedente, il che può alterare l’insieme dei nostri significati passati e, a sua volta, le risposte future. Il dubbio è nostro alleato. Nella nostra cultura una persona che dubita viene spesso definita indecisa ed insicura, e quindi debole. E’ invece grazie al dubitare attivo e coraggioso, che deriva dall’accettazione che di fatto non vediamo la realtà, ma soltanto la versione creata dalla nostra mente, che il cervello è in grado di liberarsi di assunti costrittivi e vedere al di là di quanto il passato lo ha allenato a vedere.

 

Iscriviti alla nostra newsletter e resta sempre aggiornato!

[wpforms id="1017"]